Scuola, i grembiulini made in Pavia? Che idea!
La Provincia Pavese, giovedì 25 settembre 2008
Maestro unico, grembiule unico, pensiero unico. Finalmente un po’ di sano egualitarismo. Era ora che qualcuno ci pensasse seriamente. Dobbiamo essere grati, in sede nazionale, all’avvocatessa lombardo-calabra Maria Stella Gelmini, ministro dell’istruzione e, in sede locale, all’assessore provinciale della Lega, Angelo Ciocca (per fortuna, dopo gli spot elettorali, il Cavaliere, impegnato ad evitare che qualche “toga rossa” gli condanni Mills, l'uomo da seicentomila dollari, non ci pensa proprio ad abolire quella benefica istituzione per i funzionati di partito che sono le provincie). Il Ciocca dunque, preoccupato dalla mancanza d’uguaglianza allignante nelle italiche scuole, ha avuto una geniale pensata. Grembiulini uguali, e a prezzo politico, per gli alunni della provincia di Pavia. Cos’è tutto questo disordine? Come si può permettere alle maestre di decidere se adottare o meno il grembiulino o, addirittura, sceglierne fattura e colori. È o non è l’Italia in generale, e la Lombardia in particolare, capitale mondiale della moda? Sono o non sono superiori a tutti, i nostri stilisti? Si scateni la fantasia, senza però dimenticare quanto è bello il verde delle nostre valli, gialla la polenta e lucente l’armatura d’Alberto di Giussano. Si faccia un concorso e vinca il migliore. Qual è quel genitore che non sarà ben felice di sborsare almeno dieci euro per un grembiule firmato da uno stilista? Un vero affare! L’assessore calcola una commessa superiore a ventimila grembiulini. Un business da far gola a chiunque. Dieci euro a grembiulino, per i meno abbienti, fanno, minimo, duecentomila euro. Poi tutti ‘sti grembiuli, in tessuto da non stirare per andare incontro alle esigenze materne, li facciamo confezionare alle industrie tessili della Lomellina - in sofferenza per quei cinesi più invadenti delle zanzare - o, meglio ancora, all’Arsenale pavese, 22° stabilimento Genio Militare. Tutti in fila per tre. Serrare le righe. Avanti marsc! Destr-sinistr, destr-sinistr, destr-destr-destr…
Maestro unico, grembiule unico, pensiero unico. Finalmente un po’ di sano egualitarismo. Era ora che qualcuno ci pensasse seriamente. Dobbiamo essere grati, in sede nazionale, all’avvocatessa lombardo-calabra Maria Stella Gelmini, ministro dell’istruzione e, in sede locale, all’assessore provinciale della Lega, Angelo Ciocca (per fortuna, dopo gli spot elettorali, il Cavaliere, impegnato ad evitare che qualche “toga rossa” gli condanni Mills, l'uomo da seicentomila dollari, non ci pensa proprio ad abolire quella benefica istituzione per i funzionati di partito che sono le provincie). Il Ciocca dunque, preoccupato dalla mancanza d’uguaglianza allignante nelle italiche scuole, ha avuto una geniale pensata. Grembiulini uguali, e a prezzo politico, per gli alunni della provincia di Pavia. Cos’è tutto questo disordine? Come si può permettere alle maestre di decidere se adottare o meno il grembiulino o, addirittura, sceglierne fattura e colori. È o non è l’Italia in generale, e la Lombardia in particolare, capitale mondiale della moda? Sono o non sono superiori a tutti, i nostri stilisti? Si scateni la fantasia, senza però dimenticare quanto è bello il verde delle nostre valli, gialla la polenta e lucente l’armatura d’Alberto di Giussano. Si faccia un concorso e vinca il migliore. Qual è quel genitore che non sarà ben felice di sborsare almeno dieci euro per un grembiule firmato da uno stilista? Un vero affare! L’assessore calcola una commessa superiore a ventimila grembiulini. Un business da far gola a chiunque. Dieci euro a grembiulino, per i meno abbienti, fanno, minimo, duecentomila euro. Poi tutti ‘sti grembiuli, in tessuto da non stirare per andare incontro alle esigenze materne, li facciamo confezionare alle industrie tessili della Lomellina - in sofferenza per quei cinesi più invadenti delle zanzare - o, meglio ancora, all’Arsenale pavese, 22° stabilimento Genio Militare. Tutti in fila per tre. Serrare le righe. Avanti marsc! Destr-sinistr, destr-sinistr, destr-destr-destr…
Etichette: grembiulini, La Provincia Pavese, scuola
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