Add'a veni' baffino
di Brizigrafo
Perorazione per D'Alema Presidente
D'Alema piace alla destra, inutile star lì. Perfino Feltri, dicasi Feltri, quello di Libero, sotto sotto ne tesse gli elogi. Evabbè. L'antipatico salirà al colle, ce l'auguriamo. Personalmente avrei preferito una donna, ma in Italia sperare in una Presidentessa della Repubblica o, ancor meglio, del Consiglio, è azzardato.
E D'Alema sia. Finalmente placato dall'alto scranno potrà dire le sue bischerate senza far incazzare quelli di sinistra e far perdere voti al suo schieramento.
Prodi non avrà da guardarsi continuamente le spalle, i risicati vincitori delle elezioni potranno far schiattare d'invidia gli avversari dando prova, con la totale occupazione delle poltrone che contano, d'aver imparato la lezione maggioritaria impartita della scorsa legislatura, i DS non si sentiranno più coloro "che hanno dato il sangue per la coalizione" (parole dello stesso Massimo), un ministero importante in più resterà vacante per soddisfare le ambizioni di qualche Rutelli o Mastella.
Tutti soddisfatti. Così potrebbe andare se il diavolo non ci metterà la coda e finalmente il buon professore potrà tentare l'arduo compito di governare.
Baffone (Stalin per chi non sa o se n'è dimenticato) non è mai arrivato ad abbeverare i cavalli in S. Pietro, deludendo le aspettative dei suoi sostenitori.
A non aver ancora superato il trauma dell'attesa è rimasto solo il Cavaliere che finalmente vedrà avverarsi i suoi incubi notturni: un pericoloso comunista al Quirinale... e lui che ci avrebbe tenuto tanto!
Ma in fondo in fondo D'Alema è un amico, l'unico che non avrebbe disdegnato un grande inciucio (ricordate la bicamerale e anche le ultime dichiarazioni sulle proposte post elettorali del premier che non voleva scollarsi dall'incarico?).
E poi il Cavaliere, che nonostante il titolo uomo dell'800 è assai poco, ha stima per coloro che lo sono.
Infatti tra le frasi celebri del presidente in pectore ne spicca una (tratta da beppegrillo.it Braccia rubate al lavoro: Massimo D'Alema): “Sono un uomo dell'Ottocento, non ho orologio, uso poco il telefonino, diffido del computer”.
Andiamo bene! Per fortuna che non avrà da fare altro se non il Presidente della Repubblica.
Forse un lavoro glielo abbiamo trovato.
ilbarbieredellasera.com
Perorazione per D'Alema Presidente
D'Alema piace alla destra, inutile star lì. Perfino Feltri, dicasi Feltri, quello di Libero, sotto sotto ne tesse gli elogi. Evabbè. L'antipatico salirà al colle, ce l'auguriamo. Personalmente avrei preferito una donna, ma in Italia sperare in una Presidentessa della Repubblica o, ancor meglio, del Consiglio, è azzardato.
E D'Alema sia. Finalmente placato dall'alto scranno potrà dire le sue bischerate senza far incazzare quelli di sinistra e far perdere voti al suo schieramento.
Prodi non avrà da guardarsi continuamente le spalle, i risicati vincitori delle elezioni potranno far schiattare d'invidia gli avversari dando prova, con la totale occupazione delle poltrone che contano, d'aver imparato la lezione maggioritaria impartita della scorsa legislatura, i DS non si sentiranno più coloro "che hanno dato il sangue per la coalizione" (parole dello stesso Massimo), un ministero importante in più resterà vacante per soddisfare le ambizioni di qualche Rutelli o Mastella.
Tutti soddisfatti. Così potrebbe andare se il diavolo non ci metterà la coda e finalmente il buon professore potrà tentare l'arduo compito di governare.
Baffone (Stalin per chi non sa o se n'è dimenticato) non è mai arrivato ad abbeverare i cavalli in S. Pietro, deludendo le aspettative dei suoi sostenitori.
A non aver ancora superato il trauma dell'attesa è rimasto solo il Cavaliere che finalmente vedrà avverarsi i suoi incubi notturni: un pericoloso comunista al Quirinale... e lui che ci avrebbe tenuto tanto!
Ma in fondo in fondo D'Alema è un amico, l'unico che non avrebbe disdegnato un grande inciucio (ricordate la bicamerale e anche le ultime dichiarazioni sulle proposte post elettorali del premier che non voleva scollarsi dall'incarico?).
E poi il Cavaliere, che nonostante il titolo uomo dell'800 è assai poco, ha stima per coloro che lo sono.
Infatti tra le frasi celebri del presidente in pectore ne spicca una (tratta da beppegrillo.it Braccia rubate al lavoro: Massimo D'Alema): “Sono un uomo dell'Ottocento, non ho orologio, uso poco il telefonino, diffido del computer”.
Andiamo bene! Per fortuna che non avrà da fare altro se non il Presidente della Repubblica.
Forse un lavoro glielo abbiamo trovato.
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