Ma c'è Internet e le code si possono evitare
La Provincia Pavese 3 giugno 2008
Una rispostina all’amico Boatti relativa alle “code alla pavese” viene spontanea non tanto per contestare le sue sacrosante affermazioni sulla sudditanza dei non-cittadini nei confronti dell’arroganza di chi sta al di là degli sportelli, ma per eccepire sulla necessità delle code in sé. Quale che sia la ragione dei mesi di fila all’Aci mi chiedo perché i pavesi debbano andare lì a rinnovare il bollo auto quando possono benissimo farlo on-line o presso qualsiasi tabaccheria dove si gioca al lotto. Quante code potrebbero essere evitate se si usassero i mezzi di comunicazione virtuali? Tante, quasi tutte. Da molti anni ormai è possibile pagare in rete tasse e bollette di ogni tipo, spedire raccomandate, consultare ed operare sui propri conti correnti ecc. Perché, ad esempio, tanti anziani pensionati devono ancora fare lunghe file “in posta” per ritirare la loro magra pensione? La risposta è semplice da un lato, complessa dall’altro. Si può ridurre in due termini: disinformazione e arretratezza. Aiutare i cittadini a non essere “sudditi” passa attraverso l’informazione. L’ arretratezza è un altro paio di maniche. L’autorevole Network Readiness Index (indice che ogni anno, sulla base di diversi parametri, rileva la capacità operativa, culturale ed economica delle nazioni ad intercettare le opportunità offerte dalle nuove tecnologie) colloca ai primi tre posti, nell’ordine, Danimarca, Svezia e Svizzera. Quarti gli Stati Uniti. L’Italia si piazza al quarantaduesimo posto [sic!] alle spalle di Cipro, Thailandia e Porto Rico. Ultimi tra i grandi paesi europei arranchiamo tra le difficoltà di una Adsl cara, lenta e non ancora a disposizione di tutti e l’incapacità, pubblica e privata, ad adeguare i servizi alle esigenze della popolazione. Per dirla parafrasando titoli di film: la Cina è vicina, ma Internet è lontana e questo non è un paese né per vecchi né per giovani.
Una rispostina all’amico Boatti relativa alle “code alla pavese” viene spontanea non tanto per contestare le sue sacrosante affermazioni sulla sudditanza dei non-cittadini nei confronti dell’arroganza di chi sta al di là degli sportelli, ma per eccepire sulla necessità delle code in sé. Quale che sia la ragione dei mesi di fila all’Aci mi chiedo perché i pavesi debbano andare lì a rinnovare il bollo auto quando possono benissimo farlo on-line o presso qualsiasi tabaccheria dove si gioca al lotto. Quante code potrebbero essere evitate se si usassero i mezzi di comunicazione virtuali? Tante, quasi tutte. Da molti anni ormai è possibile pagare in rete tasse e bollette di ogni tipo, spedire raccomandate, consultare ed operare sui propri conti correnti ecc. Perché, ad esempio, tanti anziani pensionati devono ancora fare lunghe file “in posta” per ritirare la loro magra pensione? La risposta è semplice da un lato, complessa dall’altro. Si può ridurre in due termini: disinformazione e arretratezza. Aiutare i cittadini a non essere “sudditi” passa attraverso l’informazione. L’ arretratezza è un altro paio di maniche. L’autorevole Network Readiness Index (indice che ogni anno, sulla base di diversi parametri, rileva la capacità operativa, culturale ed economica delle nazioni ad intercettare le opportunità offerte dalle nuove tecnologie) colloca ai primi tre posti, nell’ordine, Danimarca, Svezia e Svizzera. Quarti gli Stati Uniti. L’Italia si piazza al quarantaduesimo posto [sic!] alle spalle di Cipro, Thailandia e Porto Rico. Ultimi tra i grandi paesi europei arranchiamo tra le difficoltà di una Adsl cara, lenta e non ancora a disposizione di tutti e l’incapacità, pubblica e privata, ad adeguare i servizi alle esigenze della popolazione. Per dirla parafrasando titoli di film: la Cina è vicina, ma Internet è lontana e questo non è un paese né per vecchi né per giovani.
Etichette: internet, Provincia pavese
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